Palude. Racconti ferraresi di Enrico Astolfi. [libri]
Strani personaggi si aggirano per Ferrara, città sotto il livello del mare, ovvero… Palude.
A Ferrara, più che una città un paese ingrassato a forza di salamina e cappellacci, si conoscono quasi tutti e le voci girano molto rapide:
“Oh, hai presente Astolfi?“
“Chi Enrico?”
“Ma si dai, quello che fa il… che lavora… si insomma, quello che fa le riprese, i video, quelle robe lì… dai quello…”
“Si si… ho capito…”
“Lui… sai che è andato a stare a Roma e lavora là?”
“Ma va?”
“Si… e ha scritto anche un libro che c’è anche in centro, da Feltrinelli… Palude o una roba del genere…”
Sembra che sia riuscito a tirarsene fuori, Enrico, dalla palude ferrarese.
Eppure, sarà la nostalgia della nebbia, non smette di pensare alla città che lo ha adottato.
É a Ferrara che si muovono i singolari personaggi narrati da Enrico nel libro.
Gli ingredienti della ricetta tipica ferrarese ci sono tutti: la Spal, il grattacielo, il Nord Ovest (un bar che è diventato toponimo)…
Leggendo Palude, i ferraresi si ritroveranno a casa. Gli stranieri avranno l’occasione di conoscere la (mia) città, dal punto di vista di uno che è ha trovato la via d’uscita dalla palude… forse.
Lettura ideale, secondo me, per avvicinarsi a Ferrara prima di un viaggio; per chi vuole conoscere il colore della biancheria intima della città: grigio, naturalmente.