Aumenta reddito e capacità di spesa in modo etico con gli SC€C.

Attraverso le valute locali e grazie al tuo talento o alle tue passioni puoi aumentare la tua capacità di spesa ed allo stesso tempo favorire lo sviluppo dell’economia locale.

 

scec

Il titolo di questo post è un tentativo di incuriosirti, di attirarti qui a leggerne il seguito.

Avrei potuto scrivere come titolo “Economia alternativa, le valute complementari”, ma avrei avuto un pubblico sicuramente più ristretto.

Inoltre, la possibilità di aumentare il tuo reddito è reale.

Per trasparenza però, ti dico subito che non ho intenzione di parlare di un modo sbrigativo per guadagnare più euro.

La moneta di cui ti parlo è lo SCEC; ma non pensare che sia solo carta straccia, o che non valga nulla. Per certi versi il suo valore è superiore a quello dell’euro.

Lo SCEC (Solidarietà ChE Cammina, Sconto ChE Cammina, e altri acronimi…), è ua valuta locale progettata ed emessa dall’associazione napoletana Masaniello ONLUS.

Quai sono gli obiettivi dell’associazione e a cosa servono gli SCEC?

Una spiegazione esauriente richiede nozioni di base di economia e molto spazio.

Ti consiglio comunque di approfondire il tema seguendo i link presenti sul sito progettoscec.

Ricorda che anche il sapere è potere, ed essere informati aiuta ad aumentare il proprio potere di scelta e decisione.

Per incuriosirti ti dico che la Masaniello è un associazione di commercianti, artigiani, liberi professionisti e consumatori che ha come obiettivo quello di ripristinare il potere di acquisto ed aumentare il tenore di vita dei membri di una comunità.

I soci fondatori della Masaniello, hanno preso coscienza del paradosso che stiamo vivendo: in una società che produce sempre più beni, una maggioranza crescente di cittadini non possiede il denaro per acquistarli, poiché questo viene trasferito altrove, sui mercati internazionali, dove le possibilità di ulteriore guadagno per i detentori del denaro sono maggiori.

Uno dei metodi per raggiungere lo scopo dell’associazione è quello di adottare e distribuire ai membri di una comunità una moneta complementare a quella legalmente in corso (nel nostro caso l’euro). Tale moneta (lo SCEC) sarà accettata solamente all’interno di tale comunità.

La comuintà in cui è possibile lo scambio di SCEC è formata dai membri dell’associazione Masaniello, a cui si può iscrivere chiunque.

Masaniello verserà periodicamente ai propri membri una quota di SCEC a titolo di reddito di cittadinanza.

Qui sta l’aumento del reddito e il conseguente aumento della capacità di spesa. Se deciderai di iscriverti all’associazione Masaniello, ti verrà periodicamente distribuita una quota di SCEC.

Vediamo ora come funzionano gli SCEC e come si innesca il circolo virtuoso che ci porta a definire etico questo progetto.

I membri della comunità che vendono merci o servizi (ad esempio i commercianti) accettano di praticare uno sconto, per quanto essi ritengano equo e possibile, sulle proprie merci. La cifra scontata viene però pagata in SCEC.

Faccio un esempio: se io acquisto, da un commerciante della comunità, merci per 100 euro con uno sconto del 10%, pagherò 90 euro e 10 SCEC.

La differenza rispetto ai normali circuiti di sconto è evidente. In questo caso al commerciante rimangono comunque 10 SCEC spendibili all’interno della comunità.

Ho parlato di commercianti ma è chiaro che qualsiasi professionista o privato potrà offrire le proprie prestazione alla comunità in cambio di SCEC o in cambio di uno sconto da ricompensare in SCEC.

Una delle implicazioni che più mi affascina del progetto SCEC è proprio quella legata alla concezione del lavoro che ne consegue.

Chiunque abbia una passione, un talento, una competenza che possa essere utile alla comunità, la potrà offrire ai membri in cambio di SCEC.

Il lavoro torna ad essere uno strumento utile a chi lo pratica, perché gli consente di aumentare il proprio reddito, ed utile alla comunità.

L’idea che ne scaturisce è ben diversa da quella di lavoro inteso come ore prestate ad un azienda qualsiasi, al fine di portare a casa uno stipendio ed arrivare alla fine del mese. La sensazione di essere utili alla comunità può essere una gratificazione che si aggiunge a quella del denaro ricevuto in cambio.

Il circolo virtuoso si scatena perché la rendita di SCEC è comunque corrisposta a tutti i membri della comunità, anche senza svolgere attività, e gli sconti praticati dai membri si trasformano in SCEC spendibili.

E’ evidente che tutto ciò si tramuta in una crescita del reddito ed in un’aumentata capacità di spesa per i partecipanti al progetto SCEC.

Nonostante l’associazione sia basata a Napoli, accetta soci da tutta Italia.

Gli abitanti della provincia napoletana avranno maggiori possibilità di spendere gli SCEC, grazie al maggior numero di iscritti in zona, ma una consultazione all’elenco partecipanti può farti scoprire qualche attività vicino a casa tua dove poter spendere gli SCEC che riceverai.

C’è anche una mappa che ti aiuterà a trovare dove utilizzare i tuoi SCEC.

Visto che siamo in Italia, paese dove ciò che non accade in TV non esiste, ti propongo di guardare questo video.

Anche a Raitre si è parlato di SCEC.

6 pensieri riguardo “Aumenta reddito e capacità di spesa in modo etico con gli SC€C.

  • 15 Marzo 2008 in 17:07
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    Non posso non riportare un commento che mi è stato fatto oralmente da qualcuno che ha letto l’articolo…

    Pare che in tutta Italia sia diffusa l’abitudine di pagare utilzzando un’altra moneta complemetare: il POG, acronimo di Per Ora Grazie!

    In effetti…

  • 8 Gennaio 2009 in 03:49
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    Buoni di Solidarietà Milanesi
    I DANEE

    Buoni Complementari di Solidarietà Milanesi per l’Economia Solidale

    Cosa sono le monete locali? Quasi tutte le moderne società, oggi soffrono degli stessi problemi: la disoccupazione, la scarsa scolarizzazione, la crisi da sovrapproduzione che grava sui produttori, che non hanno a chi vendere ciò che producono, la concorrenza dei paesi emergenti come Cina e India, la globalizzazione della produzione. L’effetto visibile di ciò, che molti di noi sperimentano quotidianamente, è la difficoltà di arrivare alla fine del mese, di trovare un lavoro stabile, di poter pagare affitti e bollette, la quasi impossibilità di poter accedere alla scuola avanzata, alla cultura ed all’intrattenimento. Tutti sintomi di uno stato di carestia. Ma se andiamo a guardare, siamo in una fase definibile come l’opposto della carestia. Le aziende, soprattutto quelle medio-piccole, magari agricole, hanno i magazzini colmi di merce invenduta perchè non riescono a competere a livello internazionale. Inoltre oltre i 2/3 dell’economia sono ormai formati dai servizi, lavoro immateriale che non dovrebbe conoscere la scarsità di materia prima in quanto essa è essenzialmente il lavoro mentale e fisico delle persone. La disoccupazione, in termini semplicistici, può essere vista come una situazione in cui c’è gente con tanto tempo libero, che potrebbe impiegare per produrre beni e prestare servizi e riceverne altrettanti in cambio, ma che è impossibilitata a farlo perchè mancano i soldi per dar corso alle transazioni. Sia come paese, che come continente, produciamo più di quello che ci serve, l’unica risorsa scarsa sono i soldi. Bernard Lietaer, uno dei più grandi esperti al mondo di questioni monetarie ed uno degli architetti dell’Euro presso la banca centrale del Belgio, sostiene che ” il denaro è come un anello di ferro che ci siamo messi al naso. Abbiamo dimenticato di averlo progettato noi, ed ora è esso che ci trascina.” Secondo lui, quello che dicono i libri universitari di economia, Cioè che le persone e le corporation competono per i mercati e le risorse, è errato. Essi competono per il danaro, usando i mercati e le risorse per ottenerlo. Quindi progettare ed usare denaro differente vuol dire in effetti ri-orientare gran parte dello sforzo collettivo dell’umanità. Lietaer parte dalla convinzione che l’avidità e la paura della scarsità che la genera, non siano tratti immutabili della natura umana, ma sentimenti continuamente amplificati dal tipo particolare di moneta che usiamo, dal come essa è tecnicamente progettata per agire. Ma Lietaer dice altro: è possibile progettare monete complementari che si oppongono alla finanziarizzazione dell’economia e che centrino di nuovo l’attenzione delle persone sulla produzione e sul lavoro. Strumenti di opposizione fattiva alla delocalizzazione produttiva, alla perdita di posti di lavoro locali ed alla loro precarizzazione. Margrit Kennedy, la nota economista tedesca promotrice delle monete locali in Germania, è solita raccontare questa storiella, che ciascuno di noi potrebbe vivere domattina: Una donna va in un hotel e tira fuori un biglietto da 100 euro per prenotare una camera per la notte. Con quella banconota l’albergatore paga il panettiere, la cui moglie esce e va a comprarsi un vestito, il sarto porta la macchina a riparare, e il meccanico, sempre con la stessa banconota, paga un venditore ambulante di cellulari, che poi va in albergo a prendere una camera per la notte e paga con quella banconota da 100 euro. Ma proprio in quel momento arriva la donna dell’inizio della storia, che dicendo di non volere più la camera, si riprende i 100 euro e la banconota torna quindi nelle sue mani. Appena esce dall’albergo, con l’accendino le da fuoco…perchè, dice, era falsa! La morale della storia è che per mezzo di una sola banconota da 100 euro si sono scambiati in un solo giorno almeno un valore di 500 euro di beni e servizi. Con una sola banconota, peraltro falsa. Traiamo da questa storia qualche conclusione: il denaro non ha un valore intrinseco, infatti i soldi erano falsi; il valore che attribuiamo al denaro è dato dalla fiducia che riponiamo in esso; essendo il denaro una misura di valore, misura tanta più ricchezza scambiata, tanto più velocemente circola. Di fatto già esistono molte “monete” complementari in uso, anche se non le chiamiamo così. I buoni pasto (ticket-restaurant) o i coupon dei frequent flyer delle compagnie aeree, che sono addirittura scambiati nel mercato grigio.. Possiamo definire come complementare una moneta che non si sostituisce alla moneta nazionale (nel nostro caso, l’Euro), ma che la affianca, permettendo lo scambio tra persone, nella comunità in cui si diffonde, che hanno tanto da scambiare ma poca unità di scambio per farlo. Ma perché fare, progettare, una moneta complementare? Quali sono i vantaggi reali che può offrire? Innanzitutto c’è da notare che una moneta complementare per sua natura, non essendo a corso forzoso, cioè non essendoci uno Stato che punisce chi non la accetta, si diffonde normalmente in una ristretta area locale, in cui produttori e negozianti l’accettano, e così facendo, diminuisce la scarsità di unità di scambio e crea ricchezza aggiuntiva. Sembrerebbe strano chiamare un vicino agricoltore e dirgli: ho visto che hai molte pere nel tuo frutteto che non raccogli, me ne dai un pò? Ti sentiresti in obbligo di dargli qualcosa in cambio, ma se poi devi pagare in moneta scarsa (Euro), tanto vale andare al supermercato. Così le sue pere marciranno perchè tu comprerai quelle importate, vendute a prezzi stracciati. Prodotte, chiaramente, in qualche paese dove la manodopera è vicina ad un costo zero e dove non ci sono diritti sindacali. E comprando quelle pere, contribuirai inevitabilmente a mandare in rovina i produttori locali ed a distruggere posti di lavoro sul tuo territorio! Un gatto che si morde la coda, insomma. Avendo invece una moneta locale abbondante, comprare le pere dal vicino diventa una scusa per interagire. E da li parte una esplosiva economia locale che da lavoro a tanti che non ce l’hanno, mantenendo in loco la ricchezza che questo lavoro produce, e senza inquinare il pianeta con trasporti energivori ed imballaggi. Magari, senza neanche la necessità di fare una TAV per trasportare velocemente merci da una parte all’altra dell’Europa! Un altro effetto poi di avere molte monete complementari su base locale è quello di disporre di un ammortizzatore rispetto alle crisi finanziarie mondiali – ai su e giù della finanza impazzita – come dicono i fondatori del circuito “Regiogeld” tedesco, che conta più di 50 monete complementari. Uno strumento di stabilità dei prezzi locali e quindi di mantenimento del potere di acquisto individuale. Ma la prima ragione per cui sono nate le monete complementari è la lotta alla disoccupazione. Le prime monete contemporanee nascono infatti nell’Inghilterra della de-industrializzazione della Thatcher, come risposta dal basso dei disoccupati all’impossibilità di procurarsi reddito sufficiente per i propri bisogni. Come sostiene Rifkin nel sul libro “La fine del lavoro” la disoccupazione è strutturale; i lavori (jobs) saranno sempre meno, dato che l’aumento di produttività dovuto alle tecnologie permetterà nei prossimi 30 anni di produrre tutto il necessario per il pianeta con il lavoro di una piccolissima frazione di persone. Bene, cosa farà il resto? Morirà di fame? Le monete complementari – ormai più di 3.000 esperienze in tutto il mondo – possono essere una “macchina” per superare, o almeno mitigare, i fattori negativi di questa economia globalizzata, e possono, nel farlo, generare una nuove forme di socialità coesa che riesce ad autoprodursi e ad autogestirsi molti dei servizi essenziali. Che cosa aspettavamo a “farci il nostro denaro” anche qui? Infatti nella realtà di Milano, la nostra “Associazione I Danee”, ha pensato di farvi cosa gradita immettendo sul mercato dei “Buoni di Solidarietà” che troverete visibili sul nostro Sito.

    Il Presidente

    Di Scipio Anna

  • 8 Gennaio 2009 in 04:01
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    PER PAR CONDICIO!

    I DANEE

  • 8 Gennaio 2009 in 04:16
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    Il Progetto
    ASSOCIAZIONE ANNO ZERO

    Via Gentile Bellini 11 – Milano – Tel. 02-30918732
    Cell. 347-0587857

    “I DANEE”

    A sostegno dello sviluppo della comunità locale per un’economia equa, sostenibile, e solidale.

    5/11/2007

    GENTILI CONCITTADINI

    il comitato promotore ANNO ZERO è lieto di annunciare che nel cuore della Zona 6 di Milano, è nato un “Circuito di Economia Locale Preferenziale” ad opera di un primo nucleo di esercenti, professionisti e cittadini.

    Un’idea proposta dal Comitato ANNO ZERO che con questo progetto vuole affrontare i disagi economici vissuti da un numero crescente di persone (consumatori, produttori, esercenti, artigiani, professionisti, ecc.) con uno strumento pensato per mitigarne gli effetti e migliorare di conseguenza il benessere sociale della collettività interessata.

    Tutti sappiamo ormai che la scarsità di risorse economiche, nella disponibilità dei cittadini/consumatori, ha da tempo innescato un perverso meccanismo di “accaparramento” della liquidità da parte di un ristretto numero di “potenti” realtà commerciali e imprenditoriali che fanno sempre più ricorso ad una spietata concorrenza sui prezzi. Modalità competitiva che non è più finalizzata alla creazione e distribuzione di nuova ricchezza ma unicamente alla raccolta ossessiva della massa monetaria ancora circolante, producendo vantaggi e ricchezza solo per i pochi, grandi gruppi commerciali, spesso multinazionali.

    In un contesto di questo genere il numero di cittadini e di piccole imprese che vengono definitivamente escluse dal mercato del lavoro, dalla produzione e dal commercio, o comunque sfruttate, è in crescita esponenziale, causando devastanti sofferenze umane e sociali quali disoccupazione, precarizzazione, emarginazione, povertà.

    Dalla chiara percezione di questa dimensione socio-economica nasce il progetto I DANEE, il cui principale campo d’azione, ma non esclusivo, è economico perché innanzitutto mira ad incentivare gli scambi di beni e servizi preferenzialmente tra i cittadini (esercenti, professionisti, artigiani, consumatori, produttori, ecc.) residenti nel territorio in cui il Circuito stesso opera e si sviluppa.
    In questo modo intendiamo operare per ridurre la “fuga” del capitale monetario (cominciando da quello normalmente utilizzato per gli acquisti quotidiani) verso quelle realtà economiche esterne che, non essendo in rapporto con il nostro territorio non ci “restituiscono” i valori monetari assorbiti e, di fatto, contribuiscono ad impoverire la nostra collettività.

    Socialmente parlando, invece, l’obiettivo è quello di costruire una rete di relazioni in cui prevalga il rapporto umano di reciproca solidarietà sul quale, contestualmente, innestare rapporti economici di collaborazione che andranno così a vantaggio di tutti i partecipanti.

    In altre parole il progetto I DANEE intende:

    • Incentivare gli scambi di beni e servizi preferenzialmente all’interno del Circuito.

    • Localizzare nel territorio in cui viviamo quote crescenti della nostra vita economica (lavoro, produzione, circolazione monetaria, consumo).

    • Contrastare la “fuga” del capitale monetario verso quelle realtà imprenditoriali che non ci “restituiscono” i valori economici assorbiti.

    • Creare una rete di relazioni sociali in cui prevalga il rapporto umano di reciproca solidarietà.

    • Stimolare la collaborazione tra i residenti per dare impulso alla ri-crescita del benessere socio-economico del nostro territorio.

    • Costruire uno strumento economico collettivo libero dal debito bancario.
    Obiettivi che l’attuale gruppo di cittadini attivi (esercenti, professionisti e consumatori), in costante crescita, sta perseguendo avvalendosi di questi semplici strumenti iniziali:

    1. distribuzione gratuita (ripetibile nel tempo) a tutti gli iscritti di pari quantità di buoni-spesa I Danee (non convertibili in Euro);

    2. uno sconto – minimo raccomandato – del 10% sul prezzo in Euro offerto ai propri clienti da parte degli iscritti che vendono beni e/o servizi. Nota bene: non riducendo il prezzo di vendita ma accettando o emettendo equivalenti buoni spesa espressi in DANEE;

    3. la possibilità per gli iscritti/clienti di utilizzare questi buoni-spesa (ricevuti dall’associazione in virtù della propria iscrizione – sconto anticipato – o dal venditore – sconto posticipato) per effettuare acquisti presso un qualsiasi socio Accettatore di I Danee presente nel Circuito;

    4. la preferenza stessa che verrà, nel tempo, accordata ai partecipanti al Circuito I Danee da parte di un numero crescente di utenti, clienti, sostenitori;

    5. adesione all’associazione nel ruolo di socio Accettatore (professionista o privato) rendendosi disponibile ad offrire prodotti e/o servizi accettando I Danee in pagamento per riutilizzarli presso gli altri soci, alla pari. Tutto ciò attraverso l’adesione ad un semplice regolamento (necessario per gestire correttamente gli scambi effettuati in I Danee), e allo statuto associativo, ma senza dover sostenere costi economici aggiuntivi (*) anzi, creando proprio in virtù della semplice partecipazione al Circuito I Danee ulteriori valori economici utili al generale sviluppo socio-economico del nostro territorio.

    Il Comitato promotore ringrazia per l’attenzione e resta a disposizione per qualsiasi altra informazione, invitando tutti alla partecipazione.

    A presto!

  • 8 Gennaio 2009 in 11:13
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    Che dire: Bravi e Grazie!
    Bravi per aver sviluppato questo progetto di moneta complementare milanese; grazie per averci reso partecipi.
    Ben vengano queste iniziative e, se OkkiO può essere un mezzo per pubblicizzarle, la porta è aperta. Mi permetterò di segnalare questa iniziativa in un post.

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